L’articolo apre un nuovo percorso di analisi della ricca produzione di testi in lingua italiana di autori di estrazione migratoria, di prima e seconda generazione. Dalle pubblicazioni iniziali del 1990 si è stabilizzato, nella prevalente piccola editoria o in quella di rilievo nazionale, una tipologia dell’oggetto libro che presenta la figura, il volto in particolare, dell’autore nella rilevante soglia della copertina. La soluzione, a contrasto con l’immagine grafica di qualità preminente, evidenzia la novità dello 'straniero' capace di integrazione e realizzazione culturale; ma l’indagine rileva come, oltre a riferimenti all’esotico in funzione commerciale, intervengono istanze sociali che destinano la fotografia a schedare, controllare e circoscrivere i potenziali delle figure ancora marginali, installando in posizione chiave filtri di ricezione orientata dell’opera. L’ambivalenza del ritratto tuttavia consente al soggetto di ribadire una propria autonomia di sguardo sul territorio di accoglienza, rivendicando l’avvio di un dialogo paritario tra culture nel campo dell’invenzione letteraria.