In questo articolo mi propongo di esaminare uno dei generi più frequentati nella LIM, l'autobiografia, riflettendo sulle modalità in cui la narrazione di sé si colloca sullo sfondo di un possibile marketing dell identità. Sulla scia degli importantissimi lavori di Graham Huggan sulla commercializzazione dell'alterità culturale, prenderò dunque in considerazione la narrativa migrante non unicamente come spazio di resistenza e decostruzione delle strutture di potere dominante, ma anche in quanto prodotto del mercato culturale, coinvolto in quelle stesse strutture. A partire da un case study specifico, Educazione Siberiana di Nicolai Lilin - del quale verrà analizzato il testo in modo complementare al contesto e al paratesto -, indagherò il grado di adesione di queste scritture ai paradigmi neocoloniali, esplorando le logiche del branding dell'alterità culturale e le strategie di marketing identitario, e tracciando un percorso che conduce la figura dell'autore migrante da "transfer culturale" ad "alterità culturale".